L’inizio della letteratura italiana (Ananza)

Com’è possibile che si verifichi nella peninsola italiana un’espansione culturale così grande nel ’300?

In principio, si può dire che l’apogeo della letteratura/ cultura brasiliana è avvenuta con il modernismo, nel 1922, mentre la cultura e la letteratura italiana hanno il loro apogeo all’inizio, con Dante Alighieri. Quando si parla di apogeo si intende una forma di interpretazione: nessuno può studiare la cultura/ letteratura brasiliana senza tener conto del Modernismo, che diventa una chiave di lettura, così come nella cultura inglese c’è il Romanticismo di Shakespeare; nella cultura tedesca c’è il Romanticismo di Goethe, Lutero e così come nella cultura italiana, l´apogeo è determinato dagli scrittori del trecento.

 [Osservazione: Lutero ha realizzato la traduzione in tedesco della Bibbia, ha quindi impresso un movimento determinato, ha condizionato la letteraturatedesca, poiché ha reso popolare il tedesco e lo a uniformato]

 Il problema dell´affermazione di un modello letterario coincide con la fermazione di un modello di lingua. Secondo Dante, “In Italia ci sono quattordici parlate o lingue”, Francesco Bruni in http://win.italianisticaonline.it/download/2008-lido-bruni.pdf mostra l´importanza dei dialetti nella discussione politica attuale (l´articolo è lungo ma ben trasparente): Dante scrisse il suo poema in fiorentino, ma teorizzò che il volgare italiano dovesse essere unico in Italia, e diverso dalle molte (secondo Dante, 14) varietà degli idiomi municipali nel suo De vulgari eloquentia http://www.italica.rai.it/principali/dante/schede/linguadoil.htm. Come si vede, le impostazioni chiuse, localistiche, non godono alcun credito nella nostra tradizione.

Dante ha di fatto creato un progetto politico che consiste nell´unificazione della “lingua del sì” (sul modello del provenzale “la lingua d’oc” o del francese “langue d’oïl”= lingua d’oui) http://www.italica.rai.it/principali/dante/schede/linguadoil.htm

Cristina: Dante ha usato la lingua di Firenze nella sua opera, che ha così acquistato prestigio. Andrea: Paradossalmente, si può dire che Dante ha scritto in fiorentino e, d´altra parte, che non l´ha fatto (ha scritto in un altra lingua; in quanto fiorentino di nascita, come spiega nel titolo della Divina Commedia. Ha scritto in fiorentino, ma prende come modelo il provenzale per creare una lingua che “dovrà adattarsi a tutta l’Italia”. È il primo che parla – con un certo prestigio – non di italiano, ma di Italia, che ancora non esisteva, poiché allora le “nazioni” designavano le città: quella fiorentina, la veneziana… quando viene espulso da Firenze (in 1300) e condannato all’esilio (e dopo alla morte, per corruzione), aveva già cominciato a scrivere “La Commedia”. Ha pensato alla ‘lingua del sì’ in opposizione al fiorentino (la lingua di Dante era una lingua dell’esilio, perché l’ha composta nell’esilio e dopo l’ha usato per creare il suo modello). Anche in pratica il modello di Dante era legato al fiorentino, in teoria è violentamente l’opposto. Il modello dell’esilio è il modelo di una utopia, un non luogo, qualcosa che non è li nel contesto storico dell´epoca. A partire da questo modello, la lingua che verrà usata in Italia posteriormente è una lingua di Dante, una lingua che viene permeata dall´esilio di Dante.

Dal 1300 al 1500, Firenze era la città più importante (della penisola e una delle più importanti d´Europa) e lì c´erano tre partiti politici: Partito Guelfo: con due divisioni: i guelfi bianchi e e i guelfi neri (Dante* ) Partito Ghibellino (questi sono a favore del Imperatore).

* Dante era cristiano, come tutti i medievali, ma era radicalmente contro il Papa e sostanzialmente un eretico.

 Le città diventono realmente autonome verso il 1400 (Firenze e Venezia, sopratutto); Venezia controllava tutto il Mediterraneo: nel 1453 ha conquistato l’Imperio d´oriente (esistevano, dal 300 l´Impero Romano d´Oriente con Costantinopoloi come capitale e l´impero romano d´occidente).

In questo periodo, le città hanno la necessità di stabilire un ordinamento giuridico (legislazione) e definire il tipo di lingua da usare (nei documenti, nella letteratura). È interessante pensare che, insieme a poeti molti degli uomini illustri dell´epoca erano anche dei giuristi (compreso Dante!). Poeti e giuristi operanno sulla lingua di maniera diversa; devono stabilire il senso univoco delle articoli di legge per cui hanno bisogno di una lingua adequata.

Come funziona il rapporto tra il sviluppo delle città e la letteratura? Le città del 1300 sono favorite della maggior libertà: non c’è controllo politico, permettendo uno sviluppo autonomo, permettindo lo sviluppo della letteratura, dell’arte…